La Fondazione

La Fondazione Sapegno opera ininterrottamente in Valle d’Aosta da oltre trent’anni, anche se molte delle sue iniziative – convegni, seminari di alta formazione, progetti europei – si riverberano a livello nazionale e internazionale. 
Dal 2010 il Centro Studi, con il suo ricchissimo patrimonio librario e archivistico, è ospitato nel castello di Morgex, la Tour de l’Archet, ai piedi del Monte Bianco e a pochi chilometri da Francia e Svizzera.

Storia

Accomiatandosi dall’insegnamento universitario nel 1980, Natalino Sapegno ricordò che nella sua vita passione culturale e passione politica si erano tradotte «in una sola lotta, nell’estrema difesa, sul terreno politico e in funzione di un rinnovamento totale della condizione umana, di una tradizione culturale sentita in tutta la sua vitalità». In quell’occasione Sapegno invitava i più giovani amici – non solo gli ultimi discepoli, ma idealmente, attraverso di loro, i milioni di studenti che avevano scoperto i grandi autori della letteratura italiana ed europea grazie ai suoi testi scolastici – a farsi custodi di un «patrimonio di umanità e di cultura, che era stato un gran fuoco» ma che la furia dei venti aveva finito per ridurre a un lumicino. 
Quel «patrimonio di umanità e di cultura» aveva nutrito la formazione di Sapegno, tanto da fargli esclamare nel 1927: «la letteratura è diventata in qualche modo la forma di tutta la nostra vita». E infatti l’impegno a studiare, chiarire, tramandare la tradizione letteraria avrebbe informato l’intera esistenza di Sapegno, che dedicò molte delle sue energie alla composizione di commenti e antologie destinati alla scuola superiore e media, con l’intento di «suggerire ai giovani lettori il sentimento di un’esperienza culturale comune e solidale», che egli riteneva una condizione «fondamentale per la formazione dell’uomo e del cittadino» (Europa, 1959).
L’invito rivolto ai giovani nel 1980 scaturiva dunque – come ha ricordato Giorgio Napolitano – da un costante «impegno, civile e politico, illuminato dagli ideali di giustizia sociale, solidarietà e libertà», che aveva contraddistinto tutta l’attività di Sapegno, sotto il segno del ti moi sun douloisin (che ho a che fare io con gli schiavi?) gobettiano. 
Un impegno che sarebbe sfociato naturalmente, alla fine della sua vita, nella decisione di donare alla Regione autonoma Valle d’Aosta (dove era nato il 10 novembre 1901) il proprio archivio e la propria biblioteca, vincolando il lascito all’istituzione di una fondazione che favorisse l’accesso dei giovani alle discipline umanistiche e si adoperasse a raccordare il mondo della scuola con quello dell’università e della ricerca. 
La fondazione “Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno – onlus”, affidata alla direzione del prof. Bruno Germano dallo stesso Sapegno, venne istituita ufficialmente con Legge regionale n. 33 del 23 agosto 1991, pochi mesi dopo la scomparsa del critico, per volontà della famiglia e della Regione autonoma Valle d’Aosta. L’attività della Fondazione ha avuto inizio nel settembre 1992.

“Un patrimonio di umanità e di cultura”: leggi tutto il discorso.

Mission

Per Statuto la Fondazione Sapegno persegue i seguenti obiettivi: «favorire l’accesso dei giovani alle discipline umanistiche e creare le condizioni per un rapporto continuativo tra la ricerca storico-letteraria e la scuola», «promuovere gli studi e le ricerche nell’ambito delle letterature italiana e francese», e, più in generale, «favorire lo scambio e la diffusione di informazioni nell’ambito culturale italiano ed europeo».

Per restare fedele al lascito morale e al messaggio di Sapegno, cercando di raccogliere nel contempo le sfide poste dai cambiamenti intervenuti nella società e nella scuola e dal contesto in cui opera, la Fondazione è impegnata ad assicurare il proprio contributo, attraverso specifici progetti didattici e iniziative di animazione culturale, alla diffusione e comunicazione dei seguenti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030:

Il logo della Fondazione è ispirato a un’illustrazione realizzata nel 1959 da Renato Guttuso e ora conservata presso la Tour de l’Archet.

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